EDUCARE AL LIMITE. Ugo Morelli su www.politicaresponsabile.it

Di Ugo Morelli.
Archivio Sezione Hic et Nunc

E' opportuno che "Politica responsabile", in occasione del Festival dell'economia intervenga con il tema posto da Thomas Miorin. Sta tutto nel nome: "Politica responsabile", il valore dell'intervento. Come scrive Alessandro Franceschini siamo di fronte a una rivoluzione, e non sappiamo se ne saremo capaci. Questa parola non deve fare paura perchè in questo caso non scegliamo noi la rivoluzione in corso: le trasformazioni in atto nell'equilibrio o meglio sarebbe dire negli squilibri demo-economici sul pianeta, sono in sè una rivoluzione. La rivoluzione della vivibilità per la specie homo sapiens e per le altre specie, il cui destino è messo in discussione da homo sapiens. Possiamo solo cercare di fare sul serio di fronte alla rivoluzione in corso, che trasforma la vivibilità da uso indiscriminato della natura a uso autolimitato della natura; dal sentirci noi sopra le parti e padroni del tutto, a parte del tutto e dipendenti dall'ecosistema. Allora conviene essere chiari al limite della spietatezza. In sintesi:
- il concetto di sostenibilità è un costrutto vuoto; non indica nulla; è un palliativo o, come si dice a Napoli, un "panniciello caldo". Ogni forma di presenza e di sviluppo dell'esistente è insostenibile per definizione. Serve prendere atto che lo sviluppo non può più essere uguale alla crescita come l'abbiamo conosciuta e praticata finora. Se lo sviluppo è stato definito a fatica "sviluppo umano", oggi la specie che si autodefinisce sapiens deve usare la propria "sapienza" per definire i limiti di uno sviluppo per il sistema vivente; per un'evoluzione appropriata e in grado di assumere il limite come valore e risorsa per ogni presente e futuro possibile;
- il mercato, istituzione che esiste da quando esiste l'uomo, non è in grado di funzionare senza distruzione, in maniera libera e spontanea; l'abbiamo evrificato ampiamente e la sua versione "pianificata" ha prodotto effetti altrettanto distruttivi. Se lo scambio è parte integrante della storia umana, il mercato è un'istituzione decisiva e imprenscindibile che richiede regole del tutto nuove. Un compito impressionante che non può essere affrontato solo dall'alto: esige una capacità propulsiva dal basso, dai compotamenti miei e di ognuno di noi, qui ed ora, in modo da influenzare con la negoziazione e la forza dei comportamenti le regole ma, ancor di più, le scelte degli attori giganteschi che condizionano il funzionamento del mercato;nessuna relatà come le società locali possono fare di più e meglio in questa direzione; in questo hanno un vero potere in mano e si tratta di imparare ad usarlo; un autentico scenario da Davide e Golia, ma il mito depone a favore dell'impegno per farcela;
- le questioni centrali allora diventano due: la politica e le scelte di governo da un lato e l'educazione con la "E" maiuscola dall'altro.I governi locali possono prendere decisioni, meglio se autonome, di valore decisivo e determinante sulle rpincipali questioni e in Trentino e Alto Adige non si parte da zero: proprio per questo si può e si deve fare di più;
- l'educazione è il fattore critico numero uno: si tratta di rifare i programmi educativi e di agire nell'educazione permanente con la popolazione. I temi fondamentali sono la vivibilità; il tempo profondo dell'evoluzione; la biologia dei sistemi viventi; la distribuzione delle risorse sul pianeta; la conoscenza delle risorse fondamentali come l'aria, l'acqua e il suolo; la partecipazione responsabile; i limti della razionalità dei comportamenti; la cultura e il valore della bellezza naturale; lo sviluppo della capacità di gestire i conflitti come elaborazione delle differenze; l'antropologia e la conoscenza delle diversità delle culture; la biodiversità e i comportamenti responsabili. Se ci siamo chiamtai sapiens è tempo di meritarci un tale appellativo.

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