Firmalove e la ragione poetica
Contro ogni discriminazione

Di Ugo Morelli.
Archivio Sezione Hic et Nunc


Fin dal titolo, FirmaLove, il movimento per la raccolta di firme per la presentazione di una legge d’iniziativa popolare contro la discriminazione, mette al centro una ragione che mostra di andare oltre il diritto e la giustizia sociale. Vorrei chiamare quella ragione una “ragione poetica”. Poesia com’è noto deriva da poiesis, parola greca che vuol dire “fare”. Al centro vi è perciò l’azione accanto all’amore per il mondo: quell’educazione sentimentale così importante nel nostro tempo. Siamo quasi tutti abbastanza consapevoli di quel che ci manca, oggi: un legame sociale capace di riconoscimento reciproco e di attenzione e cura dell’altro e di sé. Mentre ci scopriamo piccoli e a rischio su un pianeta sempre più limitato nella capacità di ospitarci e nei nostri luoghi sempre più saturi. L’amore, parola difficile usata dal movimento per la raccolta delle firme, è la chiave. Certo non si parla qui della scivolosa e a volte melensa materia che invoca buoni sentimenti o ricorre a sortilegi e magia di stampo new age. No, si parla della concreta via per riconoscere che l’altro è la condizione di ogni mia possibilità. L’altro in ogni sua espressione e in primo luogo l’altra, la donna protagonista di un’assurda e reiterata forma di discriminazione, nel lavoro, nella società, in famiglia, in politica, nei mezzi di informazione, nei luoghi dell’educazione, dalla Chiesa e dalle altre istituzioni. Con l’aggravante di un senso di fastidio quando se ne parla, in quanto l’argomento sembra obsoleto perché se ne sarebbe parlato troppo. Può darsi, ma se ne è parlato invano e male, o se ne è parlato e basta, se le cose stanno così e in certi casi paiono regredire. L’amore può essere fonte di una ragione poetica, capace di fare quello che va fatto: prendere di petto una questione, quella della discriminazione femminile, che se affrontata e risolta, può essere portatrice di una vera rivoluzione nelle vite di tutti. È un buon segno che le firme raccolte abbiano superato la quota necessaria, così com’è stato importante il confronto organizzato dalla Cgil a Trento. Il sindacato opportunamente s’impegna a sostenere un’azione che mira all’emancipazione dei diritti di cittadinanza e all’affermazione dell’uguaglianza delle opportunità. Ancora più importante appare l’attenzione agli aspetti sottili della discriminazione; a quegli atteggiamenti molto diffusi che fissano le persone discriminate in stereotipi e le trattano con atteggiamenti di concessione. Come quando si assiste a sorrisetti omofobici, in un paese che non è riuscito ad approvare una legge contro l’omofobia, o, ad esempio, in una riunione di ricercatori si sente chiamare puntualmente “dottore” ogni maschio presente e “signorina” ogni ricercatrice. L’amore per l’altro, come stile di reciprocità e di accoglienza vicendevole, non viene dal cielo: lo possiamo sostenere noi esseri umani con azioni concrete e scelte responsabili. C’è speranza se questo segno di civiltà di FirmaLove si diffonde e afferma nella nostra società.