Politica e paesaggio
Di Ugo Morelli.

Hic et Nunc

Mostriamo di non essere attrezzati per la gestione dei problemi globali e controversi, quei problemi che esigono riflessione e visione di medio e lungo periodo, che non hanno una sola determinante e non ammettono una sola soluzione. Nel recente tentativo, in Consiglio provinciale, di tornare indietro abolendo i vincoli della legge che finalmente regola la costruzione di seconde case e salvaguarda il territorio, l’ambiente e il paesaggio, si è riproposta una via sempre in agguato di riattivare un modello che sembra di sviluppo ma sarebbe distruttivo di identità culturale, territoriale e di possibilità di futuro. Il tentativo non è passato con ampia maggioranza, inclusi due voti dell’opposizione. Un buon segno. Non c’è niente di peggio che trattare un problema globale come se fosse semplice. Dove porta un ragionamento semplicistico, in questo caso? Si dice: siccome c’è la crisi, allora ricominciamo a costruire, così riattiviamo l’economia. Ma quali sono le cause della crisi? Sono proprio in quel modello di sviluppo irrazionale e senza limiti che ha intaccato e non poco il principale patrimonio per uno sviluppo sostenibile del Trentino: l’ambiente, il territorio e il paesaggio. Un modello di sviluppo fatto di finanziamento di operazioni distruttive di territorio e portato avanti con criteri speculativi locali affini alle speculazioni finanziarie globali. Il territorio e il paesaggio sono il nostro principale patrimonio: la risorsa che qualifica le nostre vite e ci consente di abitare in spazi ad elevata vivibilità. Quella risorsa ha permesso e permette di essere attraenti per chi ci preferisce, a livello nazionale e internazionale, come luoghi per ritemprarsi e fare esperienze di benessere, natura e qualità della vita. Le scelte fatte in questo campo, dal Piano urbanistico provinciale alla riforma delle autonomie locali, contengono le basi e le condizioni essenziali per porre al centro il valore del paesaggio e del territorio. Sono scelte avanzate e impegnative e richiedono costanza e capacità culturale per essere realizzate per esteso e ulteriormente evolute. Il processo partecipativo, educativo e culturale sta procedendo in modo diffuso; si tratta di consolidarlo e di sviluppare il massimo confronto e il più ampio coinvolgimento possibile, anche per valorizzare le opportunità professionali e lavorative per i giovani, che esso comporta, in particolare con l’internazionalizzazione delle nostre vocazioni distintive, come è il caso del riconoscimento Unesco alle Dolomiti come patrimonio dell’umanità. O come la candidatura trentina al riconoscimento europeo per la qualità del paesaggio. È per questa via che si può innovare l’economia e la società e si possono creare nuove opportunità di sviluppo e lavoro. Per affrontare problemi globali e controversi bisogna mettersi in gioco e cambiare se stessi, prima di tutto. Non si può farlo rimanendo quelli di sempre e voler riuscire in situazioni profondamente cambiate. Si tratta di pensare alla natura, all’ambiente e al paesaggio come risorse per un nuovo modello di sviluppo e attivare le competenze per essere protagonisti nell’attuale contesto del tutto inedito. Tanto più nel tempo in cui nel mondo si lavora a cercare di istituire un diritto della natura e la sensibilità in materia cresce esponenzialmente.