Giuseppe Varchetta su Erba cedra e segreti amori di Ugo Morelli

Hic et Nunc

Mi sono portato ‘Erba cedra e segreti amori’, in Val Casies, la terza laterale della Pusteria; tre giorni di passeggiate perdute nei boschi, cercando invano le cime. La Val Casies è un luogo arcaico; qualche maso, larghe ferite di verdi pascoli e qualche piccolo albergo con un’aria clandestina. Un luogo dove i vecchi siedono, il cappello in testa, su lunghe panche fuori le case e le figlie o le nuore, senza differenza alcuna, li aiutano nel soffiarsi il naso, non si sa se per un senile loro impedimento o per un gesto di ritorno ad una infanzia non anagrafica.
Leggere lassù l’ ‘Erba cedra’ mi ha fatto bene e ho rivissuto quei luoghi che Morelli racconta, attraversati da me tanti anni fa, lontani in un ricordo insieme netto e stemperato.
Lo sguardo è quello di una donna bella e fiera, che tutto vede e tutto registra, e che attraversa quegli anni cinquanta quando quei luoghi, l’Irpinia, erano di un presente capace di sentire l’istante e insieme il rumore sordo di un qualcosa che sarebbe arrivato presto per cancellare ogni traccia, tranne le ferite dell’autore e i pezzi di sasso delle case spazzate dal brontolio della terra, che gli aratri lavorando nei campi restituiscono al sole caldo.
Da De Martino a Carlo Levi fino a Ugo Morelli; la traccia continua.


Erba cedra e segreti amori