Paesaggio, vivibilità e partecipazione

Di Ugo Morelli.


Hic et Nunc

“Vivere in mezzo alla bruttezza non può non intaccare un certo tipo di sensibilità”, dice Andrea Zanzotto nel dialogo con Marzio Breda, appena ripubblicato: In questo progresso scorsoio. E allora si attendono segni e scelte per evitare la bruttezza. Magari lentamente, ma quei segni sembrano arrivare. A leggere le dichiarazioni di Giorgio Tecilla, l’architetto della Provincia di Trento responsabile dell’Osservatorio del paesaggio, rilasciate al Corriere del Trentino, la determinazione a cambiare rotta nella valorizzazione del territorio, dell’ambiente e del paesaggio sembra evidente. Non solo nel merito ma anche nel metodo. Tecilla insiste, infatti sulla partecipazione, evidenziando così che le norme non bastano se non si attiva responsabilmente la popolazione. “Trovare un equilibrio tra il territorio selvatico e quello coltivato è una scelta che deve scaturire dal confronto – dice l’architetto – da questo la molteplicità degli attori coinvolti nella stesura del decalogo”. Il decalogo in questione riguarda il paesaggio rurale trentino e l’esigenza di salvaguardare e valorizzare il territorio agricolo, calato vistosamente negli ultimi anni e quasi dimezzato negli ultimi sessant’anni. Oggi l’Osservatorio del paesaggio c’è, e anche sotto la spinta dell’assessore Daldoss, comincia a dare frutti concreti. Se si combinano: la rilevanza economica e sociale dell’agricoltura e del suo indotto; la bellezza del paesaggio agricolo ben tenuto per il turismo e l’immagine del Trentino; la grande importanza della biodiversità per la vivibilità e la qualità dell’aria e dell’ambiente; la peculiarità distintiva che può avere l’agricoltura di montagna sia a livello strategico che sociale; non è difficile riconoscere l’importanza di sostenere il paesaggio agrario e di sostenere le aree agricole. Ancor più significativo pare però il metodo. Anche in vista della legge di riforma urbanistica, risulta di particolare importanza avvicinare i cittadini alle scelte dell’amministrazione pubblica su temi di così ampia portata. Le riforme come i rischi si possono imparare. Soprattutto quando riguardano il bene pubblico e la sua incidenza sulla vita individuale e familiare. Per farlo bisogna attivare effettivi processi di partecipazione e riconoscere che l’informazione non basta. Né può bastare una comunicazione selezionata, solo con gli interessi coinvolti. Su questioni come il paesaggio, l’ambiente e il territorio, è in gioco la vivibilità e il futuro del Trentino. Si tratta allora di creare una cultura, un humus, capace di valorizzare al presente l’orgoglio che i trentini hanno avuto e hanno per il proprio territorio, e farne la base di una nuova stagione che metta via la bruttezza e ponga al centro la bellezza del vivere e lavorare in un luogo, e di ospitare chi lo visita.