Laudato sì

Di Ugo Morelli.


Hic et Nunc

Cala su nostro pianeta locale l’enciclica di papa Francesco “Laudato sì”. Cala con un monito che molti di noi attendevano e che tardava ad arrivare. Non cala solo sul sistema di governo del nostro mondo locale, ma sulle responsabilità di ognuno di noi. E come ci trova? Preparati o impreparati? Un’analisi puntuale che mettesse insieme l’ingiustizia sociale, la disuguaglianza e i guasti che il nostro modello di sviluppo e i nostri stili di vita producono, pregiudicando il futuro, non poteva essere più puntuale. Tanto più è incisiva la voce del papa, quanto più reca un discorso sulla casa comune e sul bene comune che sembra fatto da uno straniero in terra straniera. L’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco è un testo politico nel senso più alto del termine. Quel senso alto è dato dalla visione generale e dall’interpretazione del momento storico attuale. Non è moralistica ancorché, come ogni riflessione politica seria e partecipata che si rispetti, ha un profondo contenuto etico; non si pone come verità assoluta e indiscutibile, mentre, nello stesso tempo, esprime un punto di vista assai chiaro sullo stato delle cose del mondo. L’argomento è la questione ecologica, anche se, così dicendo, non si fa giustizia dell’ampiezza dell’analisi che tocca in modo diretto la questione sociale. Bergoglio afferma che "la sottomissione della politica alla tecnologia e alla finanza si dimostra nel fallimento dei vertici mondiali sull'ambiente. Ci sono troppi interessi particolari e [...] l'interesse economico arriva a prevalere sul bene comune e a manipolare l'informazione perché non vengano colpiti i suoi progetti". Nell’Enciclica si respira quindi, la centralità della politica, intesa come la capacità di disegnare il mondo che vogliamo e di compiere le scelte necessarie per realizzarlo. Nel momento in cui anche i governanti locali stanno prendendo decisioni lungimiranti, di ampio respiro, capaci di immaginare un futuro oltre le scadenze elettorali, com’è il caso della legge Daldoss sulla riforma urbanistica, un testo come quello del papa rappresenta un riferimento decisivo. La questione ecologica, nell’enciclica, è correlata alla questione sociale: “Oggi, scrive papa Francesco, non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri”. La dimensione più rilevante dell’enciclica è, forse, quella propositiva che riguarda la gioia di partecipare allo stupore delle cose della natura e del mondo e, con ciò, la voglia di impegnarsi per cambiare. L’enciclica contiene un insieme di critica e di apertura al mondo, il nesso tra umiltà e sobrietà, il legame fra tenerezza e fermezza.