Siate differenti

Di Ugo Morelli.


Hic et Nunc

Se c’è una parola che parla di presente e di futuro questa è la parola “differenza”. Dal punto di vista biologico evolutivo dovremo il nostro futuro possibile alla biodiversità. Dal punto di visto della convivenza dobbiamo e dovremo il nostro futuro al dialogo tra le differenze culturali. Ben venga perciò il progetto di Stefano Cagol e del Muse, Museo delle Scienze di Trento, che indica l’importanza di essere e praticare la differenza. E lo fa attraverso l’arte. La via probabilmente più appropriata. La differenza è un’attitudine mentale, oltre ad essere la logica principale di tutti i sistemi viventi e delle società in particolare. Nell’anno di Expo Milano 2015, dal 18 luglio al 30 settembre, una mostra e una piattaforma di discussione trasformano il Muse in uno spazio di discussione aperto alle più differenti contaminazioni: arte e scienza si intrecciano per stimolare un’attitudine mentale alle differenze, oltre la biodiversità. Dobbiamo essere la differenza: questa è l’indicazione. Dobbiamo essere il cambiamento che è necessario. Be-diversity è il titolo del progetto, infatti, che prende le mosse dalla Carta di Milano che, in preparazione dell’Expo, dice: “Salvaguardare il futuro del pianeta e il diritto delle generazioni future del mondo intero a vivere esistenze prospere e appaganti è la grande sfida per lo sviluppo del 21° secolo. Comprendere i legami fra sostenibilità ambientale ed equità è essenziale se vogliamo espandere le libertà umane per le generazioni attuali e future”. Proprio in questa prospettiva il Muse propone il contributo dell’artista Stefano Cagol che, per la prima volta nella veste di curatore, si propone di mettere in comunicazione un variegato corpus di opere di affermati artisti internazionali, selezionate per la loro capacità di tematizzare argomenti come la biodiversità, la sostenibilità, l’ecologia, il cibo e il futuro del pianeta. Se Bio-diversity indica un fenomeno naturale, la biodiversità del sistema vivente di cui siamo parte, Be-diversity vuole proporre l’esigenza di diventare consapevoli e protagonisti attivi della biodiversità, che rimarrebbe solo un giacimento se noi non lo trasformassimo in possibilità per noi. L’Arte si combina così con la scienza e diventa non fine a se stessa, ma capace di dare il suo contributo al dibattito attuale. Non solo, ma un aspetto decisivo del progetto è la corrispondenza alla vocazione ormai evidente del Muse che, così operando, si candida a divenire il nuovo simbolo della città e del Trentino: quell’aspetto riguarda il dialogo e la sintesi tra le “due culture”, quella umanistica e quella scientifica, la cui separatezza tanti costi ha provocato. Una terra di confine è luogo di dialogo: tra culture antropologicamente intese, ma anche tra prospettive culturali dell’esperienza umana, quella scientifica e quella umanistica. Come sostiene il Direttore del Muse, Michele Lanzinger: “La separatezza fra cultura scientifica e umanistica è un retaggio da superare a favore di un meticciato capace di dialogo tra fatti e progetti, tra desiderio e plausibilità. Accogliere una sensibilità artistica all'interno di un museo delle scienze è un esperimento pensato per attivare tutti i sentieri di conoscenza che la cultura sa produrre”.