Modelli per l'irpinia

Di Ugo Morelli.


Hic et Nunc

Un valore tutto irpino: l’Irpino dell’anno alla decima edizione.

Esistiamo nelle relazioni con gli altri, fuori dalle nostre teste. Siamo nei contesti della nostra vita, nel mondo e parte del mondo. Ci configuriamo e riconfiguriamo continuamente, in un coinvolgimento attivo con confini fluidi ed elementi mutevoli. Viviamo distribuiti negli altri e con gli altri. Per queste ed altre ragioni cresciamo avendo come riferimento dei modelli; cerchiamo e ci diamo dei modelli di vita, e tanto più viva è una società, quanto più ha dei modelli positivi e di eccellenza da seguire. I modelli vengono dalla storia e dal cammino che abbiamo fatto, sono lievito nel presente e costituiscono la base sicura per il futuro. Sta forse in questo il valore di un’iniziativa che giunge al decimo anno di realizzazione, come l’Irpino dell’anno. Grazie alla tenacia di una televisione locale, Canale 58, e dell’impegno di un editore, Giuseppe Bruno, che ha concepito il riconoscimento e lo ha fatto crescere in questi anni, quello che era un lodevole pensiero per la propria terra, si è trasformato in un fattore di stimolo per riconoscersi in una storia e per costruire una prospettiva di futuro. Si sa che la dimensione simbolica, quando si combina efficacemente con quella materiale, può creare le condizioni per profonde trasformazioni. Il riconoscimento “Irpino dell’anno” stabilisce di fatto una rete virtuosa tra le comunità che risiedono in Irpinia e chi in Irpinia è nato e ora vive in luoghi diversi, esprimendo valori esistenziali, professionali, culturali e scientifici di alto profilo. Nel cuore e nell’anima di chi vive e lavora in altri luoghi l’Irpinia pulsa ed è presente, sia come valore e paesaggio originario, sia come riferimento fondativo. Spesso ognuna di quelle persone si sente “a mezza parete”, come si dice nelle scalate in montagna. Quando si arriva a cinquecento metri, dovendone scalare mille, la fatica di andare avanti e quella di tornare indietro sono simili: da un lato la rinuncia e il fallimento e dall’altro la perseveranza e l’impegno. Se si sceglie la seconda via, non si smetterà mai di guardare alla terra di partenza come luogo dell’anima e si tornerà ogni volta che sarà possibile. Si porterà con sé il sapore e il profumo delle origini, magari con struggente nostalgia, e si conviverà con un sottile senso di colpa per essersene andati. L’orgoglio, misto a un senso di riconoscenza per essere stati temprati, magari nelle difficoltà iniziali di affermarsi, in una terra bella e spesso difficile, sarà sodale compagno di viaggio nella vita. Ecco: l’Irpino dell’anno tesse una trama tra coloro che, nati in Irpinia, hanno esperienze in campi e in luoghi diversi ma sono accomunati da quell’appartenenza originaria che è fonte di riconoscimento e distinzione nella vita. La tessitura che il premio sta operando tra gli irpini che si sono distinti nel proprio lavoro e nella propria vita e le comunità che vivono in Irpinia ha però un’altra rilevanza che forse è la più significativa. Le giovani generazioni che oggi vivono e studiano in Irpinia sono alla ricerca di modelli e compiti di crescita. Dare un riconoscimento a chi si è distinto in diversi ambiti della vita professionale con prestigio e reputazione, significa fornire un’opportunità di identificazione a chi sta cercando la propria strada; significa evidenziare dei modelli positivi a cui tendere. Noi tutti sappiamo quanto siano importanti l’emancipazione e lo sviluppo in una terra come l’Irpinia. Il prestigioso riconoscimento, che è destinato agli Irpini di nascita che hanno raggiunto alti traguardi di carriera o eccellenti risultati professionali e/o imprenditoriali, e che si sono distinti per meriti nei settori del sapere, della Pubblica Amministrazione, nelle arti e nei mestieri, assume così il senso di un’indicazione e di un orientamento per le giovani generazioni. Il premio vuole essere un attivatore di responsabilità e un sostegno allo sviluppo dei talenti per una terra che ha grandi tradizioni e che necessita di spirito di iniziativa e di innovazione. Con l’appassionata direzione della Dott.ssa Rosaria Bruno, anche quest’anno il riconoscimento arricchirà la rosa dei premiati negli anni precedenti. In questa decima edizione, infatti, i premiati sono Francesco Bevere, Direttore generale dell’Agenas, il Capitano Pilota Massimiliano Salvatore della PAN o Frecce tricolori, Wanda Miletti Ferragamo Presidente Onorario di Salvatore Ferragamo S.p.A , oltre a un tributo alla memoria del Giudice Fernando Ciampi che ha perso la vita nei tragici fatti occorsi presso il Tribunale di Milano.