Smart city e noi

Di Ugo Morelli.


Hic et Nunc


Siamo nel bel mezzo di Smart City e proviamo a comprendere se ce ne verrà qualcosa in termini di innovazione, quell’innovazione così necessaria nel tempo in cui viviamo, per la città e per il Trentino.

È noto che la prospettiva neo-schumpeteriana insiste nel sottolineare la natura sociale e sistemico-interattiva del processo di innovazione, soprattutto in relazione al set di organizzazione degli attori che compongono i sistemi di innovazione. Oltre a considerare il ruolo delle culture di zona e della società come agenti principali di innovazione, le analisi insistono anche nel tener conto del ruolo più ampio del sistema.

Questo sistema comporta una rete di relazioni tra gli agenti sociali, tipiche di un paese o di una regione, e comprende le relazioni tra le imprese, gli istituti di istruzione e di ricerca, l'esistenza del ruolo pubblico e / o di infrastrutture private, delle economie locali, nazionali ed internazionali, oltre al ruolo delle società locali con gli aspetti storico-culturali associati con caratteristiche organizzative, legali e normative. Bisogna, inoltre, tenere conto della differenziazione tra innovazioni radicali - una rottura con l'esistente, prodotti, processi, forme organizzative, mercati, eccetera - e quelli incrementali - miglioramento di prodotti, processi, modelli di gestione, ingressi e forme di penetrazione dei mercati. Gli studi nei settori della gestione e delle organizzazioni hanno dimostrato, per esempio, che la creatività e l'innovazione emergono ai bordi esterni dei sistemi, e non ai loro centri, e sono condizionati da forze sociali, culturali e politiche. Periodi rivoluzionari sono caratterizzati da una maggiore creatività, e le organizzazioni che mostrano migliori prestazioni e capacità di sopravvivenza sono quelle che decidono di rompere con l'inerzia strutturale e culturale delle routine esistenti. L’emergere di innovazioni è spesso collegato con periodi di bassa crescita per le economie, ed è l'emergere di queste innovazioni, e soprattutto la loro diffusione tramite le strutture sociali e produttive, che aiutano a superare i tempi di crisi. Se Smart City intende puntare sulle componenti immateriali dello sviluppo aprendosi all’innovazione, mentre si mette mano alla complessa varietà degli ambiti affrontati nella lunga kermesse, vale forse la pena domandarsi da dove si parte e quali sono i vincoli alla realizzazione di tutto quanto viene proposto negli incontri e nei dibattiti. Se la città vuole essere intelligente, coesa e inclusiva, e vuole estendere al Trentino questa prospettiva, pare importante partire dalla disposizione al cambiamento e all’innovazione che attualmente le comunità trentine esprimono. Diversamente il rischio è che una serie di buoni propositi si areni nelle resistenze all’innovazione così presenti e diffuse nelle comunità locali.