Ambiente e paesaggio: una questione di informazione

Di Ugo Morelli.


Hic et Nunc


Partiamo da un autoinganno che si propone come una specie di trappola del pensiero: che il riscaldamento globale vi sia è documentato finora senza smentite dalle più importanti fonti di ricerca internazionale. Ne abbiamo avuto prova nel seminario di formazione per giornalisti: Environmental Journalism, organizzato dal Muse e da Tsm/Step all’interno della rete Unesco della formazione e della ricerca. Dalle ricerche dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in base ai dati presentati da Silvio Gualdi, emerge chiaramente e fino a prova contraria il dato evidente sulla rapida crescita della temperatura del pianeta. Dove sta l’autoinganno che mettiamo in atto di fronte a questi dati? Nel fatto che si è aperta e si apre una diatriba sulla questione: se quel riscaldamento, che esiste, sia dovuto all’azione umana o no. Seppure l’incidenza dell’azione umana sia ampiamente dimostrata, assumiamo per un momento e per assurdo che noi umani non c’entriamo nulla. Qualora così fosse non dovremmo forse preoccuparci del problema e impegnarci responsabilmente ad affrontarlo, dal momento che è in gioco il nostro avvenire e la nostra stessa sopravvivenza? Parrebbe proprio di sì, se, tra l’altro, sono la biodiversità, l’ambiente e il paesaggio le prime realtà a rischio di fronte al cambiamento climatico, come è emerso dalle altre relazioni del seminario formativo, tenute da Michele Menegon e da Marco Avanzini del Muse e da Giorgio Tecilla dell’Osservatorio del paesaggio. Se in gioco è la vivibilità stessa, l’informazione e l’educazione sembrano prioritarie per cercare di aumentare la consapevolezza e cambiare comportamenti. Nella complessità della questione dell’informazione e delle diverse forme di giornalismo, come hanno sostenuto sia Enrico Franco che Fabrizio Franchi, in primo luogo sono necessari l’esercizio del dubbio e l’approfondimento conoscitivo. Quelli ambientali sono problemi globali e controversi. Tali cioè da non essere determinati da una sola causa ma da più cause e da non ammettere una sola soluzione. Sono, inoltre, problemi che si situano tra la conoscenza scientifica per cercare di comprenderli, i modi di apprendere e conoscere delle menti degli esseri umani e la complessa questione della circolazione dei significati. Proprio a questo livello si pone il grande compito dell’informazione nel creare cultura e opinione pubblica, cercando di evitare le trappole dell’allarmismo e quelle dell’indifferenza. Il confronto molto vivo tra i tanti giornalisti partecipanti al seminario di formazione fa tendere all’auspicio che l’attenzione e la cura delle questioni ambientali possano sperimentare un salto di qualità più che mai necessario.