Il Trentino e la Sindrome di Epimeteo
Paesaggio e nuovo racconto del Trentino

Di Ugo Morelli


Hic et Nunc


Epimeteo, si sa, secondo il mito è colui che “riflette in ritardo”. Speriamo che la sua sindrome non ci riguardi. Mentre per la seconda volta, infatti, il Trentino riceve un riconoscimento nazionale per la cura e l’educazione nel campo del paesaggio, il tessuto sociale e imprenditoriale fa fatica ad accorgersi di questo patrimonio distintivo e a cambiare idea e comportamenti per valorizzarlo. Prima con Gilmozzi e poi con Daldoss sono state fatte scelte coraggiose e capaci di preparare le condizioni di governo per un nuovo modello di sviluppo. Una prospettiva appropriata a quello che sta accadendo intorno a noi e da noi, a proposito dell’evoluzione climatica, della crisi della biodiversità, dell’ambiente e del paesaggio da un lato, e dall’altro alle trasformazioni della sensibilità e della domanda, quella turistica e quella agroalimentare, ma non solo, che si orientano sempre più verso il benessere, la salute, la natura e la qualità della vita. Le istituzioni si muovono e sono riconosciute; le aspettative evolvono verso fattori sui quali il Trentino può essere protagonista; l’immagine complessiva che il mondo esterno ha di noi è elevata e significativamente preferibile; ma noi continuiamo a persistere nel vecchio racconto di noi stessi. E non si tratta solo di un racconto. Com’è noto, la narrazione che facciamo di una situazione e di un fenomeno ha alla base la nostra rappresentazione di quella situazione e di quel fenomeno, e le azioni che metteremo in pratica risentiranno decisamente delle nostre convinzioni. Narrare vuol dire conoscere, e solo quando cambiamo narrazione, cambieremo anche modalità di conoscere, comportamenti e azioni. Oggi, la sensazione che si ha, è che si invochi e replichi la tradizionale narrazione di noi stessi perché garantisce un ordine; quell’ordine diventa il mezzo (illusorio) per vincere la paura. Giungiamo così alla massima espressione di quell’ordine: la staticità e l’obbedienza allo stato attuale delle cose, a cui ci aggrappiamo pur di non cambiare. È evidente però che solo trasgredendo l’ordine esistente si progredisce verso una nuova situazione. Quella situazione oggi c’è già e ci dividiamo in chi se ne accorge e agisce di conseguenza e chi non se ne accorge nemmeno o, qualora se ne accorga, resiste e continua come prima. Se esiste una possibilità, tra le altre, di impostare oggi un nuovo racconto del Trentino, questa prende le mosse certamente dal paesaggio. Sia per i residenti e la loro qualità della vita, sia per ridefinire i fattori in base ai quali ci preferiscono coloro che cercano esperienze di natura, ambiente e benessere, il paesaggio può divenire l’asse portante di un nuovo racconto del Trentino, e sostituire i componenti di un racconto superato e tale da occupare le menti e le scelte di chi dovrebbe cambiare idee e comportamenti per essere all’altezza dei tempi.