Opinioni e conoscenza

Di Ugo Morelli


Hic et Nunc


immagineBene ha fatto la Commissione provinciale Pari Opportunità a reagire alle affermazioni di un noto esponente del sottobosco della peggiore forma di falsa scienza che alligna da anni con successo commerciale nel nostro paese, il quale ha sostenuto che “in ogni donna è presente una prostituta” e ha invitato le donne al silenzio in caso di violenza subita. Eppure l’indignazione non basta se non si mette mano a una difficile ricostruzione di quello che da anni sta accadendo e che oggi si manifesta in tutte le sue conseguenze. Le cosiddette fake news (false notizie) e il cosiddetto tempo delle post-verità vengono da lontano. Sono passati molti anni, infatti, da quando un noto settimanale italiano recava nel sottotitolo la scritta “i fatti separati dalle opinioni” o da quando Enzo Biagi conduceva Il fatto. Non è più così anche per la responsabilità che abbiamo avuto di ammettere tra le conoscenze ritenute valide, opinioni non verificate e non sottoposte al giusto processo di falsificazione. Che cos’è la falsificazione? Se si può sostenere che un principio attivo di un farmaco serve per curare un determinato problema, questo è possibile non solo perché quel farmaco risulta efficace rispetto allo scopo, ma anche e soprattutto perché possiamo escludere, cioè falsificare, tutte le affermazioni che sostengono che quel farmaco serve per ogni e qualsiasi problema. La differenza tra una credenza, un’opinione, una convinzione, anche se molto diffuse, e una conoscenza validata dalla ricerca e dalla riflessione, sta tutta qui. Da un certo momento in poi, nel campo dell’alimentazione, dei vaccini, delle cure dei disagi psichici personali, e in molti altri ambiti, abbiamo cominciato a vedere affermarsi un approccio in cui tutto sembra vero e tutto sembra falso allo stesso tempo. Sia al livello locale che nelle grandi metropoli la rete e i social media, ma anche la cosiddetta opinione pubblica, sono state invase da una progressiva incapacità di distinguere il ciarpame da quel tanto di conoscenze validate e verificate che costituiscono la nostra unica possibilità per non impazzire e per far vivere la democrazia. Certe posizioni come quella giustamente denunciata sulle donne, affondano le radici in questo clima che non promette niente di buono per la libertà individuale e collettiva, né per la tutela della civiltà. Accade allora che certe affermazioni che mai avremmo pensato di dover sentire o risentire prendono piede e tendono ad essere accolte come una conoscenza tra le altre. Non è così: ci sono opinioni, credenze o convinzioni, e ci sono conoscenze che se sono tali esigono l’onere della prova, della verifica e della falsificazione. Chi sostiene le prime come se fossero verità deve essere sottoposto a una vigile critica frontale e inflessibile.