Il paesaggio: uno spazio per vivere

Di Ugo Morelli


Hic et Nunc


Aria, acqua, suolo, energia, richiamano molto da vicino gli elementi base del mondo e della vita: acqua, aria, terra e fuoco. Per andare oltre una certa ideologia ambientalista e paesaggistica, pur molto in voga, è necessario dare sostanza al paesaggio riportandolo alla vivibilità. Sono le condizioni della vita per tutte le specie viventi e per la nostra che di quelle specie fa parte sul pianeta Terra, a diventare il paesaggio della nostra vita attuale. Per questo motivo oggi il paesaggio, oltre che alla contemplazione e alla rappresentazione si associa sempre più al tema dell’energia e delle emissioni inquinanti, per salvaguardare la qualità della vita, e coinvolge la responsabilità individuale e collettiva. Anche per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di mitigazione dei cambiamenti climatici secondo la logica dell’Accordo di Parigi, l’Assessorato all’Ambiente della PAT ha adottato un fondamentale provvedimento che riguarda i consumi energetici nelle attività industriali e agricole, la mobilità sostenibile, il riscaldamento delle abitazioni, e una serie di misure anti-smog. L’Assessore Mauro Gilmozzi ha sostenuto nel tempo provvedimenti decisivi in questa direzione, dalla salvaguardia del suolo, al paesaggio, all’acqua, all’energia e alla mobilità. Lo stesso allargamento delle questioni al sistema dolomitico, con il riconoscimento Unesco alle Dolomiti come patrimonio dell’umanità, fa parte di questo orientamento, la cui attualità è più che mai urgente. Il paesaggio diventa così strettamente connesso alla salute e allo sviluppo sostenibile. Due sono, tra gli altri, gli aspetti che connotano le scelte fatte in termini di vivibilità e paesaggio: la partecipazione attiva e responsabile della popolazione, e la formazione e l’educazione per favorire apprendimento e cambiamento verso il futuro. È noto, infatti, che nessun provvedimento normativo potrà bastare ad affrontare i problemi globali e controversi relativi alla biodiversità, al paesaggio e alla vivibilità. Sarà necessaria una sempre più ampia azione diffusa da parte della popolazione, con l’esigenza di cambiare atteggiamenti e comportamenti verso un agire sostenibile. Per questo l’educazione delle nuove generazioni e la formazione di tutti sono, forse, tra i fattori strategici principali. Le resistenze al cambiamento sono diffuse e impegnative e richiedono un’attenzione educativa particolare. La condizione umana attuale necessita di questo investimento per essere noi, specie umana, ad assumerci il compito di utilizzare in modo appropriato la nostra capacità di conoscere e cambiare. Questo investimento in eccedenza rispetto a quello che faremmo in modo spontaneo, perpetuando le nostre abitudini, è la via possibile per la nostra vivibilità, insieme alle altre specie, nei paesaggi della nostra vita.