Tutti su per terra

Di Ugo Morelli


Hic et Nunc


Laddove non si va oltre resistenze e rinvii da parte degli adulti, ce la faranno le ragazze e i ragazzi che anche a Trento hanno manifestato per la sostenibilità e il cambiamento di scelte e comportamenti riguardo al clima e alla vivibilità? C’è da sperare che sia così. “Clima sempre più caldo. Nel 2018 temperature su di due gradi”, titolava qualche giorno fa il Corriere del Trentino, a commento del rapporto di Meteo Trentino, i cui dati sono molto eloquenti. Quell’evidenza però non la vogliamo vedere. Facciamo di tutto per cercare alibi e continuare come abbiamo sempre fatto. Se le temperature scendono sotto i quaranta gradi nel Midwest degli Stati Uniti, il presidente Trump, che ha smentito l’accordo Cop 21 di Parigi sul controllo delle emissioni, se ne serve per dire che allora il riscaldamento globale non esiste. Non si rende conto che è più freddo in quella zona del mondo perché è più caldo all’Antartide dove i ghiacci si liquefanno. Se nevica una volta in un inverno in Trentino, si assume subito un atteggiamento appagato e si dice che allora non è il caso di allarmarsi. Purtroppo il riscaldamento e la distruzione spesso irreversibile della biodiversità sono dimostrati senza ombra di dubbio. Eppure c’è un secondo livello di negazione e di resistenza e riguarda la responsabilità umana, l’incidenza delle nostre azioni e dei nostri comportamenti in quello che accade. Siamo noi esseri umani la principale causa della crisi di vivibilità del pianeta e continuiamo a vivere all’insegna dell’orientamento diffuso: di più è meglio. Il fatto è che il pianeta Terra è diventato umano, nel senso che la crescita vertiginosa della nostra presenza e dei nostri consumi di risorse e di energia ha enormi ripercussioni sull’ambiente. Viviamo in un sistema, dove tutto è collegato. Facciamo un esempio: grazie a un carotaggio del ghiaccio antartico è stato possibile rilevare una riduzione, di breve durata ma rilevante, di anidride carbonica, che raggiunge il livello minimo nel 1610. Gran parte di quella diminuzione è stata dovuta al fatto che gli europei portarono per la prima volta nelle Americhe il vaiolo e altre malattie, causando la morte di più di cinquanta milioni di persone in pochi decenni. Il collasso di quelle società portò alla riforestazione dei terreni agricoli in un’area tanto estesa che la quantità di anidride carbonica atmosferica assorbita dagli alberi in crescita fu sufficiente a raffreddare temporaneamente il pianeta. Appare evidente come tutto sia collegato e interdipendente e noi non siamo sopra le parti, come a lungo abbiamo supposto, ma parte del tutto. Ascoltiamo le generazioni giovani e impegniamoci per noi e per il loro futuro. Non replichiamo Groucho Marx, il grande comico americano, che in un aforisma dice: perché dovrei preoccuparmi per le generazioni future, loro hanno forse fatto qualcosa per me?!