Liberi e uguali
Di Ugo Morelli.

Hic et Nunc

Esseri umani si diventa, in base alle relazioni che viviamo; cittadini si nasce in base ai diritti che gli stati democratici si sono dati e si danno. La conquista dei diritti e l’affermazione della civiltà non sono mai date né garantite. Abbiamo oggi, anche qui da noi, almeno quattro questioni di cui occuparci con determinazione e impegno: il diritto di cittadinanza per chiunque nasca, viva e lavori nel nostro paese; il diritto al riconoscimento della libertà di scelta riguardante la propria vita, contro l’omofobia e altre forme di emarginazione; l’emancipazione femminile e le pari opportunità, contro ogni violenza verso le donne; la definitiva affermazione della falsità di ogni idea di razza e di discriminazione razziale. Una semplice motivazione può bastare per affrontare le questioni poste. Cosa significa essere umani? Oggi sappiamo che ci sono più differenze genetiche tra due trentini, di quante ce ne siano tra loro e un nativo del Ghana. Ciò esclude per sempre ogni giustificazione di un concetto di razza, che diventa una tragica invenzione storica, perciò modificabile. Sappiamo che il sesso di una persona si definisce al momento del concepimento, ma il genere e le espressioni affettive di quella persona si formano nelle relazioni sociali. Sappiamo che la nostra mente si forma nelle relazioni con gli altri e possiamo divenire angeli o demoni a seconda della qualità di quelle relazioni. Sappiamo che abbiamo bisogno, per essere degni della nostra vita, maschi o femmine che siamo, di saper accogliere e ordinare; di scoprire il valore della vulnerabilità e quello della determinazione. Chi non è vulnerabile è irraggiungibile e può solo dominare. Un mio importante insegnante, Giovanni Pellicciari, mi diceva: “chi potrà comprendere l’uomo che è solo se non il ventre che l’ha generato?”. Sappiamo che esistono molteplici espressioni dell’affettività e del desiderio e ciò è parte della vita, che è differenza che genera differenze. Siamo, perciò, solo in ritardo nella realizzazione di questi e altri diritti. Prima provvediamo e meglio è, chiarendo che chi si oppone difende ciò che è indifendibile ed è fuori dalla storia. Si può stabilire un parallelismo tra la democrazia dei moderni e quella dei greci di Pericle. Ad Atene, cittadini si nasceva. Dalla Dichiarazione di indipendenza americana in poi, cittadini si diventa in base ai diritti democratici di stati civili: “Tutti gli uomini sono stati creati uguali”. Era il 4 luglio 1776. Sarà pure una battaglia di retroguardia, doversene occupare ancora oggi, ma è una battaglia tra le più importanti. Chiama in causa ognuno di noi, in qualunque ruolo ci capiti di esprimerci nella nostra vita. Rispondiamo direttamente, come educatori, come genitori, come giornalisti, come lavoratori in ogni campo, come cittadini, dell’affermazione di questi diritti che decidono, oggi, della qualità della nostra vita nelle società in cui viviamo. Potremo dirci civili, solo quando avremo affrontato e risolto definitivamente almeno questi quattro problemi.