Vivere o crescere

Di Ugo Morelli.

Hic et Nunc

A lungo abbiamo pensato che vivere nel nostro tempo equivalesse a continuare a crescere. Lo pensiamo sostanzialmente tuttora e ci comportiamo di conseguenza. Siamo rivolti a un passato che non vogliamo abbandonare e fissati sul nostro presente che ci appare immodificabile. Ci fa difetto un pensiero di futuro possibile. Come ha detto una volta Winston Churchill: “Se apriamo una discussione tra passato e presente, scopriremo di aver perso il futuro”. Incagliati nell’ideologia della crescita ci perdiamo la ricerca di un modello di sviluppo basato sulla bioeconomia, su un rapporto appropriato e equilibrato fra demografia, risorse e comportamenti umani. Una possibile formula di sviluppo appropriato non può non partire, oggi, dal porsi, finalmente, il problema della vivibilità. Quest’ultima, in buona approssimazione si compone, appunto, delle interdipendenze dinamiche fra tre fattori che sono: l’andamento demografico su scala planetaria e locale, la disponibilità e rinnovabilità delle risorse, e i comportamenti umani, quelli cioè della specie più pervasiva e consumatrice di risorse. Facciamo un esempio locale delle difficoltà da affrontare. Si tratta di difficoltà legate alle mentalità, alle culture, ai comportamenti: le più impegnative da affrontare come sa chiunque si cimenti con proposte di cambiamento in questo campo. Eppure è necessario investire, anche in comunicazione, cercando di fare presto. Ecco l’esempio: "Riserva della Biosfera" è una qualifica internazionale che l'UNESCO assegna all'interno del Programma MAB (Man and the Biosphere). Il fine di questa qualifica è la promozione dello sviluppo sostenibile. Qualche giorno fa a Storo l'assessore alle infrastrutture e ambiente Mauro Gilmozzi, insieme al sindaco di Storo Vigilio Giovanelli e a quello di Comano Livio Caldera (capofila del progetto Riserva della Biosfera trentina) hanno presentato la ricandidatura del territorio che si estende dalle Dolomiti di Brenta al Garda "Alpi Ledrensi e Judicaria" a "Riserva della Biosfera UNESCO", appunto. La prima candidatura non è andata a buon fine per la raccolta di firme da parte dei cacciatori che non si riconoscono nella qualifica Unesco. Pare che nella nuova candidatura si sia riusciti a trovare una linea comune. L’auspicio è che questa volta si riesca nell’intento, per il bene di tutti. Mentre undici premi Nobel, in una conferenza a Hong Kong in concomitanza con l’assegnazione dei premi Nobel di quest’anno, chiedono un cambiamento rivoluzionario nel modo in cui gli esseri umani utilizzano le risorse, è urgente accorgersi del consumo eccessivo e minaccioso del pianeta, e del fatto che gli esseri umani hanno bisogno di vivere in modo più sostenibile. Solo passando a un uso più intelligente e meno avido delle risorse, dicono i Nobel della medicina, della fisica, della chimica, si potrà affrontare il rischio concreto della prospettiva che il riscaldamento globale raggiunga il doppio dei livelli attuali. Nessuna grande innovazione potrà bastare, secondo gli scienziati, se non vi saranno nuovi processi di comprensione grazie all’educazione a nuovi comportamenti eco-correlati. Forse nessun’altra questione dovrebbe risultare più urgente.