I giovani sono davanti a noi

Di Ugo Morelli.

Hic et Nunc

Amos Oz in Giuda, un capolavoro in libreria in questi giorni, mostra come l’ossessione della chiusura su se stessi che si propone salvifica esclude gli altri e produce morte. Di quella ossessione a chiudersi possono patire i sistemi locali quando scelgono di assecondare la paura di un mondo che si fa sempre più piccolo. Così facendo e senza accorgersene ci si nega il senso del futuro e si tradiscono le giovani generazioni. In questo ambito la politica ha forse una delle sue maggiori responsabilità. A saperli ascoltare, i giovani mostrano di essere più avanti di noi. In un fitto dialogo, parlando di conflitto nelle nostre relazioni sociali, una platea di studenti liceali di Bolzano, qualche sera fa, mi ha mostrato come i nostri pregiudizi sui giovani di oggi siano spesso approssimativi e sbagliati. Le domande dei giovani, che risentivano anche di un clima culturale, quello bolzanino, che pare aver rivolto con maggiore determinazione lo sguardo al futuro e al mondo in non pochi campi della cultura – basterebbe considerare la vivacità originale e costante del Centro Trevi – meritano attenzione. In primo luogo l’interesse espresso riguarda i modi per affrontare il confronto per far vivere la democrazia oggi, contro l’indifferenza. Ci si chiede, cioè, come si possa diventare padroni e non vittime della ridondanza informativa e attivare forme effettive di presenza e partecipazione contro l’indifferenza; come coltivare la responsabilità e la speranza in un tempo come quello attuale. In sostanza il desiderio e la ricerca sono rivolti al dialogo contro l’indifferenza, nonostante i vincoli del presente. C’è speranza se questo accade in mezzo a noi.