Abbassare i toni prima di alzare le mani

Di Ugo Morelli.

Hic et Nunc

C’è un solo modo di avere ragione prima o senza del confronto, ed è imporre la propria posizione con la forza. O con l’arroganza e l’improntitudine. Ma, tutte, non sono buone compagne di strada quando si voglia affrontare un conflitto e non scadere in antagonismo; quando si voglia sviluppare un dialogo, che è sinonimo di conflitto, e non fare la guerra. Da un conflitto ben gestito possono nascere soluzioni anche innovative, magari sub-ottimali, ma le migliori possibili in certe situazioni difficili. Se invece si utilizza la supponenza, magari in forma di battute sempre pronte che si presumono segni di grande capacità comunicativa, ma che risultano fastidiose e indisponenti, allora, in non pochi casi si preparano esiti antagonistici. Certamente non ha senso a quel punto pensare di cavarsela invitando ad “abbassare i toni”: semmai quell’invito avrebbe potuto essere utile prima di alzare le mani. L’episodio increscioso e segno di una brutta escalation del conflitto sociale in Italia dello scontro tra la polizia e i dimostranti a Roma, avrebbe potuto essere trattato dal primo ministro con migliore stile e maggiore responsabilità. Non sono pochi i segnali locali che mostrano come la politica si riduca spesso al gioco del vincere o perdere e non al parlamento dialogico, proprio della democrazia. Nell’amministrazione della sanità e della ricerca, purtroppo non nel loro governo, come ricordava opportunamente Giovanni Pascuzzi ieri su questo giornale, abbiamo assistito spesso a posizioni poche dialogiche e pretenziosamente decisioniste, con esiti indesiderabili. L’auspicio è che il confronto, anche serrato, porti nella pista giusta la democrazia.