Per una democrazia della natura

Di Ugo Morelli.


Hic et Nunc

Anche alcuni giovani trentini partecipano, a diverso titolo, alla Conferenza dell'Onu sui cambiamenti climatici in corso a Lima, in Perù dall’1 dicembre. L’obiettivo è trovare soluzioni per arginare il surriscaldamento globale provocato dai gas serra. I rappresentanti dei vari stati che partecipano alla Conferenza devono gettare le basi di un nuovo accordo sui cambiamenti climatici, atteso per il 2015 a Parigi: andrà a sostituire quello di Kyoto del 1997.  L'obiettivo è, appunto, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 50% entro il 2050. Il Gruppo intergovernativo dell'Onu sui cambiamenti climatici (Ipcc) quest'anno ha già messo in guardia, proprio un mese fa durante la presentazione a Copenhagen del Summary Report, sull’aumento del livello dei mari, le tempeste e le siccità provocate dalle emissioni di gas a effetto serra non controllati che surriscaldano l’atmosfera, e ha evidenziato le molte opportunità per contrastarli. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon ha commentato quel rapporto invitando all’azione perché il tempo non è dalla nostra parte. Un sostegno alla ricerca di soluzioni è anche l’atteggiamento mostrato dagli Usa e dalla Cina. Poche settimane fa, infatti, al termine del vertice Apec (Asia-Pacific Economic Cooperation), il presidente Obama ha annunciato a sorpresa un accordo con il presidente cinese Xi Jinping, secondo cui i due paesi ridurranno le proprie emissioni di CO2 di circa un terzo nei prossimi due decenni. Un annuncio importante: i due paesi da soli producono metà dell'anidride carbonica emessa e anche se i tagli promessi sono modesti, possono essere utili per fare da traino agli altri. L'obiettivo finale dei colloqui e degli accordi di Lima è tenere l'aumento delle temperature globali al di sotto dei 2 gradi Celsius (3,6 gradi Fahrenheit) tenendo conto della media pre-industriale (1861-1890). Purtroppo gli scienziati hanno riferito che l'obiettivo è ormai irrealistico, in quanto le temperature medie globali sono già salite di 0,8 gradi Celsius e potrebbero aumentare di altri 3 gradi nei prossimi anni. Il solo taglio delle emissioni non sembra più sufficiente. Da più parti si segnala che l’aumento dei rischi sta facendo crescere la sensibilità per la ricerca di azioni concrete. Abbiamo bisogno, anche a livello locale, di ripensare il sociale come ambiente in cui umani, animali non umani e artefatti possano interagire sulla base del rispetto e formando vari livelli di realtà in cui (ammesso che sia giustificabile) se quello umano è “il più alto”, lo sia solo perché si mostra in grado di assumersi le maggiore responsabilità riguardo alla vivibilità sul pianeta Terra. Abbiamo bisogno di una democrazia della natura.