Arte e ecologia

Di Ugo Morelli.


Hic et Nunc

Come aveva ricordato qualche anno fa il grande scrittore anglo-indiano Amitav Ghosh, la letteratura e l’arte possono fare molto per favorire quella che Alexander Langer aveva chiamato la necessaria conversione ecologica. Rendersi conto che siamo parte del tutto e che il sistema vivente in ogni sua espressione è la nostra casa, non è solo una questione di dimostrazione razionale e di verifiche scientifiche. Abbiamo certamente bisogno di prove e di dimostrazioni, ma anche di nuovi occhi per vedere, comprendere e cambiare, non solo idee, ma anche comportamenti. Ghosh allora aveva invocato una disposizione degli scrittori a creare un nuovo immaginario nell’ambientazione delle proprie opere narrative, come egli del resto sta facendo con i suoi romanzi, al fine di concorrere alla nascita di una inedita sensibilità ambientale e di un rapporto di coevoluzione con la natura di cui siamo parte. Si tratta di un compito di particolare urgenza e difficoltà. Un compito in cui è necessario osare sia in pensieri che in azioni. Capire criticamente il presente sia per convertirlo che per valorizzarlo non è facile. In proposito la Galleria Civica di Trento molto opportunamente organizza una mostra su Nature. Arte ed ecologia. Lo fa evitando ogni discorso di maniera e ogni atteggiamento dimostrativo. Lo fa senza cercare di parlare per convincere, vero errore in questi campi, soprattutto da parte dell’arte e della letteratura. Gli artisti coinvolti, del resto, a partire da Michelangelo Pistoletto a Joseph Beuys, da Matthew Barney a Giuseppe Penone, da Stefano Cagol a Tony Cragg, per citarne solo alcuni, da tempo stanno proponendo una poetica che non lascia dormire sonni tranquilli, mentre sollecita il mondo interno si ognuno a estendersi verso una inedita sensibilità per la nostra casa comune. Le resistenze a sviluppare una nuova sensibilità e a mettere in atto effettivamente la conversione ecologica sono così forti e diffuse da sfidare ogni prospettiva critica e ogni evidenza razionale. Se si pensa alla reazione tutto sommato fredda rispetto ad un testo decisivo come l’enciclica papale Laudato si’ - anche se, con i tempi che corrono una reazione fredda può essere addirittura conveniente e preferibile per il vescovo di Roma – non è difficile avere un’idea della portata del compito che abbiamo di fronte. Ancor più appare impegnativo mettere a confronto il tema del “creato” con la nostra propensione a distruggerlo, mentre ci dichiariamo allo stesso tempo cattolici e cristiani in larga maggioranza. Del resto l’esempio dell’evasione fiscale messo in relazione con “date a Cesare quel che è di Cesare, date a Dio quel che è di Dio” non depone a favore di una via facile. Ben venga perciò l’arte con la sua capacità di sollecitazione e trasformazione.