C'è ancora bisogno d'imparare

Di Ugo Morelli.


Hic et Nunc

Sembrerebbe che l’accesso incondizionato alla rete e la rapida comodità dei social network abbiano eliminato il bisogno di imparare. Tanto le informazioni sono già tutte pronte e raggiungibili con un clic. Eppure ci sono alcune questioni che fanno una differenza talmente grande che non la vediamo, perché forse siamo così immersi nel presente che non è facile vederla. Può darsi che le informazioni siano tutte pronte e accessibili, e in questo senso abbiamo fatto un deciso passo verso una situazione del tutto inedita. Il fatto è che l’informazione non è di per sé conoscenza. Diventa tale solo per chi è in grado di selezionarla in base alla sua attendibilità, alla sua verifica e al fatto che si possa dire a quali condizioni non è valida. E qui cominciano i problemi. Prima di indicare alcuni di quei problemi a cui l’educazione genitoriale e i programmi scolastici dovrebbero dedicarsi, e la formazione e l’aggiornamento per gli adulti dovrebbero affrontare, consideriamo alcuni esempi che mostrano i limiti delle deduzioni intuitive che danno vita a opinioni e convinzioni diffuse, spesso sbagliate; e mostrano l’esigenza della capacità logica di riflettere e decidere selezionando attentamente le informazioni. Basterebbe il Woody Allen di: “Tutti gli uomini sono mortali; Socrate è mortale; tutti gli uomini sono Socrate”. Accade nella nostra realtà a proposito di cose tra loro molto diverse, che si ragioni così. Dalle vaccinazioni dei bambini, intorno a cui si è creata un’ideologia pericolosa basata su informazioni del tutto false e non verificabili; alla questione del gender, laddove una componente interessata a non riconoscere il pluralismo di genere e l’educazione al proprio corpo e al principio del piacere, è riuscita ad inquinare il confronto fino al punto che non si sa più di cosa si stia parlando. Potremmo parlare anche della sottaciuta convinzione, pronta a riesplodere, dell’edilizia come volano dell’economia, che solo la crisi ha temporaneamente sospeso. In tutti questi casi la questione non è avere le informazioni; non è neppure trasmetterle; ma è disporre di strategie per pensare e selezionare. A pensare si impara, allenandosi a riflettere in modo non automatico. Avere le capacità di selezionare le informazioni e argomentare in modo critico: ecco un obiettivo decisivo dell’educazione e della formazione degli adulti. Non solo per decidere meglio, ma anche per progettare il futuro. L’orientamento progettuale è, infatti, un processo di ricerca permanente che richiede capacità di ascolto del proprio mondo interno e del mondo esterno. Richiede assunzione del rischio e responsabilità interpretativa. Solo così si può affrontare il presente preparando il futuro.