Coraggio e civiltà

Di Ugo Morelli.
Archivio Sezione Hic et Nunc

Ne usciamo tutti migliori quando il coraggio di un leader fa fare un passo avanti alla civiltà. Non conta più, oggi, se ciò accade in un piccolo luogo o in una delle democrazie più avanzate del mondo. Ciò che vale è il salto di qualità nello sviluppo della civiltà umana. L’avallo che Barak Obama ha dato alla decisione del sindaco di New York, Michael Bloomberg, di approvare la costruzione di una moschea nel luogo dove c’erano le Torri Gemelle ci riguarda molto da vicino. Obama ha dichiarato inalterabile il principio democratico della libertà di culto. Non è difficile immaginare il coraggio che è stato necessario per compiere una simile scelta. Si può capire che chi è in politica sia portato a tenere conto delle paure e delle preferenze del proprio elettorato. E oggi noi tutti siamo particolarmente spaesati e impauriti nel mondo globale. Il coraggio consiste nell’accogliere la paura e le aspettative delle persone; coraggioso è non negare quelle paure e le aspettative di sicurezza. Ma aderire a quelle paure acriticamente, assecondarle per scopi di consenso immediato, amplificarle come un megafono per diffonderle ancora di più, a ben pensarci, è quanto di meno coraggioso vi sia. L’atto politico è il contrario dell’accettazione passiva della realtà così come si presenta; agire politicamente è il contrario della risposta spontanea e immediata; avere coraggio in politica è avere visione di futuro e non essere codardi, cioè accodarsi agli umori dominanti, anche se, se ne possono capire le ragioni. Lo spazio della politica, a ben pensarci, sta tra comprendere la paura, non negarla e, allo stesso tempo, non assecondarla senza coraggio e progetto di una civiltà futura. La scelta di Obama risuona chiaramente e nettamente di coraggio politico e di civiltà. Quel gesto mette in evidenza da che parte sta chi cavalca la paura proponendo false sicurezze, fatte di razzismo, pregiudizio, esclusione. I guasti e i costi che crea chi si comporta così sono e saranno gravissimi per tutti. Chi soffia sul fuoco del razzismo, dell’esclusione e della negazione di libertà di culto, deve sapere che quel fuoco brucia la libertà, prepara deserti per noi e i nostri figli e, comunque, non funziona. Siamo già in una nuova civiltà, quella planetaria, e ogni realtà locale ne è parte. Scegliamo se arricchirci tutti con le differenze culturali, l’unica via per far vivere la nostra identità e la nostra autonomia in mezzo agli altri, o ritardare invano e con costi gravissimi, quello che comunque sta già accadendo. Dobbiamo ricostruire la nostra visione di noi stessi e del mondo e Obama ci dà una mano. Giuseppe Dossetti, padre costituente, nel 1945, di fronte ad un’altra ricostruzione, aveva scritto: “Che una buona volta le persone coscienti ed oneste si persuadano che non è conforme al vantaggio proprio restare assenti dalla vita politica e lasciare libero campo alle rovinose esperienze dei disonesti e degli avventurieri”. Chi vuole guardare avanti nella civiltà, anche nelle autonomie locali, ne tenga conto.