Arte Sella: il Terzo Paradiso

La Trincea della Pace di Michelangelo Pistoletto ad Arte Sella
Di Ugo Morelli


Hic et Nunc


immagineE’ francamente emozionante per chi ha avuto la fortuna di studiare e riflettere con uno studioso della psiche e dell’esperienza umana come Luigi Pagliarani constatare che un grande artista quale è Michelangelo Pistoletto prenda le mosse, per concepire il Terzo Paradiso, proprio dall’ombelico. Cosa c’entra l’ombelico, ci si potrebbe chiedere. Ebbene, per Pagliarani l’ombelico era il segno tangibile della comune origine, della partecipazione di ognuno di noi a uno stesso destino. L’ombelico, infatti, è la prova che siamo tutti figli. Siamo stati e siamo miliardi e miliardi a popolare il pianeta Terra e, nonostante questo, noi esseri umani siamo unici; non esiste un essere umano uguale a un altro. Ma allora che cosa ci accomuna? La nostra condizione di figli è il fattore accomunante: per esserci dobbiamo essere nati e la prova è, appunto, il nostro ombelico. Anche per Pistoletto l’ombelico è il punto cruciale e rimane sempre il punto centrale. La presentazione ad Arte Sella del Terzo Paradiso realizzato da Pistoletto come “Trincea della pace” è un’occasione importante per confrontarsi e dialogare con una delle voci più espressive e originali dell’arte mondiale contemporanea. Il lavoro recente, ma per molti aspetti tutto il percorso artistico di Pistoletto, possono essere letti alla luce di una domanda: saranno capaci, la donna e l’uomo contemporanei, di giungere ad una consapevolezza della propria condizione sul pianeta Terra che li porti ad autofondare una civiltà armonica e vivibile con la natura? Secondo Pistoletto la creatività che è propria dell’uomo può andare oltre i confini dell’arte e può essere all’origine della creazione del Terzo Paradiso. In questo senso il Terzo Paradiso è un passaggio evolutivo nel quale l’intelligenza umana trova i modi per convivere con l’intelligenza della natura. L’intero progetto si innesta nella ricerca e nelle esperienze maturate a Cittadellarte, una realtà creata da Pistoletto a Biella negli anni ’90, e ne diviene la visione programmatica. A Cittadellarte lavorano esperti e ricercatori con un approccio multidisciplinare e collegati ai vari contesti della vita sociale. L’attenzione è alla trasformazione del presente in un futuro possibile e vivibile. Dialogando con il Giudizio universale dipinto da Michelangelo Buonarroti alla Cappella Sistina in Roma, Pistoletto definisce il proprio affresco lo specchio che intende porre l’umanità di fronte a se stessa per il “giudizio” nel tempo attuale. L’invito è ad un’assunzione di responsabilità sia da parte dell’artista che da parte di ogni singola persona a divenire protagonisti della costruzione del Terzo Paradiso sulla terra, qui ed ora. Così come nel simbolo del Terzo Paradiso è rappresentata l’unione tra natura e artificio, entrambi decisivi per l’esistenza umana sul pianeta, in quella prospettiva convivono maschile e femminile a creare una consapevolezza del fatto che possiamo divenire fondatori della nostra esperienza. “Se si comprende la funzione biologica dei genitori”, scrive Pistoletto in un suo libro, “si può comprendere anche quella politica che dall’incontro degli opposti poli fa nascere un’equilibrata amministrazione domestica dell’intera società”. Non c’è nulla di speranzoso e di metafisico nel Terzo Paradiso, ma l’invito ad una trasformazione responsabile che riguardi di ogni ambito della vita umana e convogli le energie mentali e pratiche di tutti per realizzare l’equilibrio tra natura e artificio, ragione e sentimento, individuo e società, pubblico e privato, globale e locale. L’essere umano è invitato da Pistoletto ad assumersi la responsabilità del suo segno e della sua firma, della sua presenza nel mondo. La riflessione sulla responsabilità dell’artista è una dichiarazione di impegno rispetto a quello che l’arte può fare per favorire l’emergere di una coscienza di noi stessi in grado di progettare un futuro civile e vivibile. L’integrazione tra arte e scienza è parte di questo disegno. Si tratta, secondo Pistoletto, di integrare arte e scienza con i vari settori della struttura sociale come la produzione, l’economia, la politica, l’educazione e la comunicazione in modo da preannunciare una nuova classicità. Una classicità non più intesa come fenomeno esclusivo della cultura occidentale, ma come pratica di equilibrio e di proporzione, condivisa dall’intero genere umano. L’umanità si trova, secondo Pistoletto, di fronte ad un vero e proprio specchio che riflette il suo percorso. Quella da compiere è probabilmente la scelta più importante da quando esiste l’uomo. Possiamo guardare nello specchio riflettente della storia quello che abbiamo vissuto e generare un nuovo Rinascimento. Ogni ambito dell’esperienza è considerato come cruciale e il linguaggio, efficace come i suoi segni artistici, fa del pensiero e dell’opera di Pistoletto un viatico per l’umanità di oggi e il suo destino. Si passa così dalla ricchezza come condivisione, al sostentamento come produzione e scambio in una dimensione globale. Si considera la sopravvivenza in rapporto al contenimento demografico e l’educazione è riconosciuta come mezzo primario di trasformazione sociale. Pistoletto considera la democrazia come equilibrio tra le differenze e la libertà come generatrice di responsabilità, fino a riflettere sull’arte come spiritualità e sui fondamenti di una nuova morale. Il simbolo del Terzo Paradiso abbraccia l’intera comunità umana. Lo spazio laico rappresentato dal Terzo Paradiso, quello che gli uomini possono creare da se stessi per se stessi si connette, quindi, al Metro Cubo d’Infinito, un’opera di Pistoletto del 1966, che è formato da sei specchi con la superficie riflettente verso l’interno. Il moltiplicarsi dei rispecchiamenti ci propone l’immagine di una molteplicità condivisa che è allo stesso tempo possibilità e progetto per l’umanità, oggi.