Appello agli indifferenti

Di Ugo Morelli.
Archivio Sezione Hic et Nunc

Una comunità con grandi tradizioni democratiche, la comunità trentina, la terra di De Gasperi, deve prendere seriamente posizione su un fatto gravissimo: il Senatore della Repubblica Italiana, votato ed eletto dai trentini, che oggi rappresenta i trentini nel Parlamento italiano, il Senatore Cristiano de Eccher del Partito delle Libertà, ha presentato un disegno di legge per abrogare la norma costituzionale che vieta sotto qualsiasi forma la riorganizzazione del disciolto partito fascista. È bene soffermarsi sulle parole e sulla carica; scrollarsi di dosso l’indifferenza che un passo alla volta ci ha anestetizzato; sentire il colpo allo stomaco e le fitte acute che procura; rileggere il commento sdegnato di Luca Malossini sul Corriere del Trentino di domenica: una presa di posizione necessaria e coraggiosa. Noi scivoliamo lentamente, e non ce ne accorgiamo, in una fine della democrazia nel nostro paese, e ogni giorno ci appare normale quello che solo tre o quattro anni fa ci sarebbe apparso insostenibile e intollerabile. Per favore provate a non reagire dicendo che queste parole sono esagerate. Esagerato e altamente pericoloso è solo quello che sta accadendo sotto i nostri occhi. L’assuefazione è una delle caratteristiche della nostra esperienza mentale e conviene sapere che agisce tanto più subdolamente, quanto più abbiamo bisogno di sicurezza e di certezze. È proprio quando abbiamo paura e siamo travolti dall’incertezza che ci affidiamo alle semplificazioni. Proprio allora ci disponiamo a ritenere poco rilevanti questioni di particolare pericolosità, perché ne neghiamo l’evidenza. Accadde, per esempio, che i gruppi di facinorosi che diedero vita al movimento nazista in Germania, fossero considerati poco rilevanti, anzi da non ostacolare per non dare loro importanza, persino da alcune componenti della comunità ebraica. È accaduto e accade in Italia che un partito politico che ha al primo articolo del proprio atto fondativo lo scopo di rompere l’unità nazionale sia oggi al governo del paese. È accaduto e accade perché abbiamo pensato che fosse meglio non esasperare il confronto, accettando così la cosa come normale. A dirlo oggi, infatti, sembra scontato, noioso e inutile. Invece è drammatico che sia così e ne paghiamo gravi conseguenze tutti i giorni, in ogni situazione della nostra vita. Le cose si fanno facendole, e noi abbiamo una mente plastica, particolarmente sensibile alle influenze sociali. Ci adattiamo fino all’indifferenza e ogni impegno ci sembra costoso o impossibile. Che l’indifferenza sia alla base della maggior parte dei problemi del nostro tempo è un fatto noto. Ma lo sdegno è il suo antidoto. Se l’autonomia è un valore e lo è inestimabilmente, oggi l’autonomia trentina deve mostrarsi capace di un esame di realtà. Un esame che devono fare anche coloro che de Eccher lo hanno votato. Quale società vogliono per i loro figli? Una società di uomini liberi o una società in cui la libertà, l’uguaglianza e la giustizia, la fraternità e la solidarietà siano solo un ricordo? Questo è in gioco, è bene saperlo e se una società come quella trentina è autonoma come lo è, allora da essa può venire un segno che potrebbe essere lievito anche per l’indifferenza nazionale.